Cari concittadini,
un anno fa la notizia dell’invasione russa dell’Ucraina ci ha colpiti profondamente. Dopo decenni di pace, mai ci saremmo aspettati di trovarci di fronte a una guerra così sanguinosa, combattuta casa per casa nel cuore dell’Europa. Si tratta di un fatto storico enorme e drammatico, che ha modificato e continua a modificare gli equilibri geopolitici mondiali.
Fin dall’inizio del conflitto la popolazione racconigese si è da subito mobilitata, dimostrando come sempre la propria generosità, con raccolte di beni di prima necessità e raccolte fondi. Come comunità siamo vicini a tutte le popolazioni colpite da questo drammatico conflitto, la cui fine non sembra purtroppo essere prossima.
Per un anno ogni giorno abbiamo visto in televisione e sui giornali le immagini e i resoconti dai luoghi della guerra. Ogni giorno si aggiornano le cifre dei morti e dei feriti tra militari e civili. Anche un solo morto in più è una tragedia per l’umanità, per questo l’imperativo oggi dev’essere quello di cercare solo e soltanto la pace: una pace vera, una pace duratura, una pace giusta che sappia essere di conforto a tutte le vittime, di qualsiasi parte esse siano, pur tenendo sempre ben presente chi è l’aggressore e chi l’aggredito. Vittime che troppo spesso sono state abbandonate a loro stesse.
In alcune situazioni infatti la comunità internazionale non ha saputo essere prossima alle vere vittime di ogni guerra, le popolazioni civili e in particolare i più deboli. Il caso dell’Afghanistan, abbandonato a se stesso in pochissime ore con la partenza delle truppe occidentali, lasciando nello sconforto e nella confusione sociale e politica un popolo intero, deve essere un monito da tenere ben presente per evitare che le conseguenze di mal ponderate scelte politiche vadano a discapito delle persone più fragili. Oggi il ricordo di ciò che è accaduto in Afghanistan è delegato solo ad iniziative estemporanee, le quali purtroppo, sebbene servano a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica, nessun sollievo riescono a portare alla popolazione afgana così duramente provata.
Ci auguriamo quindi che, grazie al lavoro della comunità internazionale, a questo momento di difficoltà in Ucraina possa seguire una rinascita, e che questa avvenga nei tempi più rapidi possibili, con il minor numero possibile di vittime. Una rinascita che non può comunque che fondarsi sul riconoscimento del diritto di ogni popolo alla propria dignità e autodeterminazione.
Un anno difficile quello appena trascorso, un anno che non vorremmo dover raccontare mai più.
Il Sindaco (Valerio Oderda)